Come determinare il grado di resilienza della filiera
Un apposito tool on-line permette di aiutare i professionisti della Supply Chain a determinare il grado di resilienza della loro filiera
Il rischio nelle Supply Chain globali ha raggiunto il massimo livello da quasi un quarto di secolo a questa parte; di conseguenza, il Chartered Institute of Procurement & Supply (CIPS) ha deciso di lanciare uno strumento on-line di determinazione del grado di resilienza della Supply Chain.
Il Chartered Istitute of Procurement & Supply (CIPS) ha lanciato uno strumento on-line gratuito per supportare i professionisti della Supply Chain e tutti coloro che hanno interesse ad acquisire e sviluppare un maggiore grado di resilienza nell’ambito della propria filiera.
Un sondaggio svolto dal CIPS nel 2016 che ha coinvolto 900 professionisti ha rivelato una crescente consapevolezza che un rischio inatteso può avere conseguenze disastrose per le aziende in termini di ricavi e di impatto sui margini.
Il 46% degli intervistati dichiara di utilizzare solo “a volte” strategie di mitigazione, tuttavia il 52% si aspetta che i fornitori siano in grado di fornire lo stesso livello di servizio anche in caso in cui si verificasse un avvenimento negativo particolarmente rilevante.
Lo strumento on-line di valutazione del rischio e della resilienza aiuta i professionisti della Supply Chain ad identificare dove esiste un rischio specifico lungo la loro filiera distingeundo sette aree chiave:
- Geografica. Le restrizioni sulle merci o sulle tariffe commerciali possono avere effetti devastanti sulle Supply Cahin, così come le tematiche ambientali ed i danni di immagine.
- Funzionale. Le strategie concepite male ed i controlli scadenti sui sistemi possono aumentare i rischi connessi alle componenti critiche della Supply Chian.
- Prestazionale. I fornitori possono utilizzare delle pratiche di lavoro sbagliate o non fornire il prodotto giusto, al momento giusto, al posto giusto.
- Tecnica. Un livello insufficiente di sicurezza interna nell’ambito dei sistemi IT potrebbe portare a un rischio informatico che a sua volta potrebbe comportare la perdita dei dati del cliente – e quindi anche dei relativi di ricavi – o dei dati dei partner.
- Governativa. Le azioni dei governi potrebbero influenzare la movimentazione delle merci, a seguito dell’utilizzo di sanzioni e di embarghi; inoltre gli attori governativi potrebbero esercitar delle azioni che possono pregiudicare l’immagine aziendale, ad esempio se si viene ritenuti colpevoli di abusi sui diritti umani.
- Etica. Il calo di fiducia dei clienti influenzerai i ricavi e la reputazione, una forza-lavoro disaffezionata può realizzare prodotti in ritardo e/o di scarsa qualità.
- Legale. La violazione delle leggi e degli statuti determinerà ritardi e problemi lungo la Supply Chain. Il rispetto di tali norme è necessario per garantire che i fornitori e gli i partner siano anch’essi conformi a tali regolamentazioni.
Attraverso la sua compilazione, che richiede all’incirca 15 minuti, lo strumento fornisce all’utilizzatore una visione dettagliata della resilienza della Supply Chain evidenziando i punti deboli e dove ricercarfe ulteriore supporto e orientamento.
In futuro, lo strumento fungerà anche come opportunità di confronto tra il profilo di rischio di un'organizzazione e quello di tutte le altre che l’hanno utilizzato in precedenza.
Andrew Coulcher, Group Director of Membership & Knowledge del CIPS ha detto: “Gestire il rischio e sviluppare robuste strategie per la loro mitigazione sono diventate ormai delle componenti chiave e quotidiane del lavoro di ogni professionista della Supply Chian; il focus sul rischio nella Supply Chain è attualmente di alto livello, in base all’indice di rischio sviluppato dal CIPS”.
“Ora, più che mai, i professionisti della Supply Chain hanno bisogno di tutti gli strumenti a loro disposizione riguardanti il rischio e la resilienza per gestire la variabilità di questo ambiente in continua evoluzione per quanto riguarda gli aspetti sociali, politici, legali ed etici. Il CIPS Risk and Resilience Tool fornirà preziose istruzioni per rendere le Supply Chain organizzativamente più robuste e in grado di sopportare le varie forze che, con tutta probabilità, si paleseranno nei prossimi anni”.
“L'indice di rischio del CIPS, sviluppato da Dun&Bradstreet, rivela i rischi a cui sono esposte le Supply Chian globali, in modo che i professionisti possano avere una prospettiva il più possibile completa del rischio connesso al business a livello globale. L'Indice rappresenta un segnale debole delle modifiche all'ambiente macro, supportato dai dei report che riguardano i vari paesi, report che sono anche dettagliati su specifiche regioni del mondo”.
Modello di resilienza del CIPS
Mentre esistono numerosi standard BSI e ISO sviluppati per la continuità aziendale, la gestione dei rischi e la resilienza organizzativa, non esiste un benchmark globale che possa essere utilizzato per testare e sviluppare la resilienza end-to-end della supply chain.
L'obiettivo di questa introduzione, insieme alla guida sulle buone pratiche di prossima pubblicazione e allo strumento on-line, è colmare questo divario. Ciò aiuterà i professionisti della Supply Chain a sostenere la sopravvivenza delle loro organizzazioni identificando i rischi lungo la loro filiera, proteggendo gli azionisti e gli stakeholders in generale contro gli effetti degli elementi di disturbo e delle pratiche illecite.